Rapporto biennale pari opportunità 2022:
Istruzioni per la compilazione

Secondo il Codice delle pari opportunità, come modificato dalla L. 5 novembre 2021, n. 162, tutte le aziende pubbliche e private che occupano più di 50 dipendenti sono tenute a redigere, con cadenza biennale, un “Rapporto sulla situazione del personale maschile e femminile”.

 

COS’E’ IL RAPPORTO BIENNALE PER LE PARI OPPORTUNITA’

Il rapporto biennale per le parità di genere è un documento che “descrive” il trattamento che in azienda viene riservato alle donne e agli uomini. Nello specifico, il rapporto deve contenere:

  • numero di assunzioni e stato delle professioni di uomini e donne;
  • accesso alle opportunità di carriera e di formazione;
  • azioni ed interventi su licenziamenti, prepensionamenti e pensionamenti;
  • informazioni sulla retribuzione effettivamente corrisposta.

 

CHI E’ OBBLIGATO

Il “Rapporto biennale situazione personale maschile e femminile” deve essere obbligatoriamente consegnato alle rappresentanze sindacali aziendali dalle imprese pubbliche e private con oltre 50 dipendenti.

Entro il 31 dicembre di ogni anno, è reso disponibile, sul sito del Ministero del Lavoro, l’elenco redatto su base regionale, delle aziende tenute all’obbligo di trasmissione del rapporto.

 

SCADENZA ANNO 2022

Solo per il biennio 2020-2021, il termine di trasmissione del rapporto è stabilito al 14 ottobre 2022.

Per i bienni successivi, il termine di trasmissione è confermato al 30 aprile dell’anno successivo alla scadenza di ciascun biennio.

 

ISTRUZIONI PER LA COMPILAZIONE

Le aziende devono redigere il rapporto esclusivamente in modalità telematica attraverso la compilazione di apposito Modulo presente sul portale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Inseriti correttamente tutti i dati all’interno dell’applicativo, quest’ultimo rilascia una ricevuta attestante la regolare redazione dal rapporto.

Copia del rapporto, unitamente alla ricevuta, devono essere trasmesse dal Datore di lavoro alle rappresentanze sindacali.

Il rapporto verrà sottoposto a monitoraggio da parte delle autorità compenti. L’elenco delle aziende che hanno trasmesso il rapporto così come l’elenco di quelle che, invece, non lo hanno trasmesso, verrà pubblicato in un’apposita sezione del sito istituzionale del Ministero del Lavoro.

 

SANZIONI

La mancata trasmissione del rapporto comporta l’applicazione di una sanzione amministrativa da 515 a 2.580 euro e, nei casi più, gravi, la sospensione per un anno dei benefici contributivi eventualmente goduti dall’azienda.

In caso di rapporto mendace o incompleto, è prevista l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria da 1.000 a 5.000 euro.

Le sanzioni non sono tuttavia applicate automaticamente. Queste scattano solamente nel caso in cui le aziende interessate non ottemperino all’Invito dell’Ispettorato territoriale del lavoro a provvedere nei successivi 60 giorni.

Bandi di gara: Il Decreto Legge 32 maggio 2021, n. 77 ha introdotto l’obbligo, per le aziende pubbliche e private con oltre 50 dipendenti che intendono partecipare a bandi di gara, di presentare, a pena di esclusione, copia dell’ultimo rapporto redatto con relativa attestazione di conformità.

 

PARITA’ DI GENERE SUL POSTO DI LAVORO: La Certificazione UNI PdR 125:2022

Tutte le imprese interessate a puntare su un modello di lavoro incentrato sull’inclusività, possono ottenere la Certificazione UNI PdR 125:2022 sulla parità di genere, indipendentemente dalle dimensioni o dal settore di appartenenza.

Questo standard consente, a chi si certifica, di beneficiare di vantaggi concreti, tra cui:

  • Sgravio contributivo fino a 50mila euro all’anno;
  • Punteggio premiale per la concessione di aiuti di stato e/o finanziamenti pubblici in genere;
  • Maggiore punteggio in graduatoria nei bandi di gara per l’acquisizione di servizi e forniture;
  • Maggiore attrattività nei confronti dei lavoratori.

Leggi il nostro articolo oppure contattaci per saperne di più.

 


Fonti:

Decreto Interministeriale del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali

Decreto Interministeriale del  29 marzo 2022 

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